È già noto come una rigorosa dieta senza glutine sia l’unico modo per evitare le conseguenze della malattia celiaca. Ma quanto sappiamo sull’aderenza alla “gluten free diet”? Ci sono dei fattori clinici predittivi che la trasformano in… “gluten free life”?

Sappiamo che la celiachia è una patologia dell’intestino (una “enteropatia”) cronica, indotta dal consumo di glutine, in soggetti predisposti e che interessa l’1% circa della popolazione nei Paesi occidentali, anche se vi sono forti sospetti che questa percentuale possa essere maggiore.

È anche noto però che l’eliminazione del glutine dalla dieta possa risultare difficile e avere un impatto negativo sulla qualità della vita e sul benessere psicologico. Vi sono molti fattori che influenzano la percentuale di aderenza alla dieta, stimata tra il 42% e il 91%, molti dei quali però di difficile valutazione oggettiva.

A tale quesito la dottoressa Annalisa Schiepatti della Gastroenterologia dell’Università di Pavia, coordinato dal Prof. Federico Biagi, ha provato a dare una risposta.

Dallo studio pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology sono emersi diversi aspetti interessanti. Sono stati coinvolti 248 pazienti (186 femmine, con un’età media di 37±12 anni) routinariamente in follow-up presso il loro centro dal gennaio 2000.

In media tali pazienti erano a dieta senza glutine da 90 mesi e solo il 10% (25 pazienti) da meno di tre anni.

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