Cosa vuol dire esattamente, quando è necessario che sia scritto sugli alimenti e cosa dice la normativa.

Tempo fa mi è capitato di avere un’accesa discussione con una persona sull’utilizzo della dicitura senza glutine. Questa persona, sedicente osservatore delle strategie di marketing,
affermava che la scritta “senza glutine” il più delle volte è inutile e viene utilizzata dalle aziende con l’unico obiettivo di attirare nuovi consumatori oppure per accodarsi a mode alimentari del momento.

È evidente che la persona in questione non fosse celiaca né avesse parenti celiaci, altrimenti non si sarebbe avventurato in dichiarazioni così assolute.

La questione però mi ha spinto a cercare di capire cosa lo avesse portato a supporre una cosa del genere, ma soprattutto mi ha fatto scoprire che non era l’unico a pensarla in quel modo. Infine, che a pensarla in quel modo, erano anche alcune persone con la celiachia.

Quindi, credo sia giusto spiegare meglio cosa voglia dire “senza glutine” anche su un giornale dove la percezione e il significato di questa dicitura dovrebbero essere scontati, anche alla luce delle modifiche avvenute negli ultimi anni nell’ambito normativo che regola le diciture da apporre sugli alimenti destinati alle persone intolleranti al glutine.

I prodotti erogabili

Gli alimenti senza glutine appositamente formulati per celiaci possono essere erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale se presenti nel Registro nazionale dei prodotti senza glutine. Sono i prodotti che appartengono al gruppo 4 della tabella che vedete in questa pagina. Sono riconoscibili da parte del consumatore perché presentano il logo rilasciato dal Ministero della Salute.

Facciamo chiarezza nell’articolo di Carolina Peciola, con la consulenza della dottoressa Susanna Agostini, presente sul numero di Aprile-Maggio 2022